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I tempi sono maturi per svelare dettagli consistenti sulla nuova collezione di Drusilla.

Qualche parola chiave già ce l’avete, e vi assicuro che non si tratta di poca roba: cultura, condivisione, mondo sono parole essenziali per comprendere tanto di questa stilista e, permettetemi, sono parole ricche di sfumature di significato già nella loro definizione assoluta.

Manca forse un reale obiettivo, una traduzione concreta di queste premesse in qualcosa di indossabile. Manca una stoffa.

Andiamo con ordine e iniziamo dall’obiettivo: Drusilla vuole creare un crogiòlo in cui crògiolarsi. In cui sentirsi a proprio agio.

Sembrerebbe un gioco di parole — e forse un po’ lo è — ma resta comunque la sua reale intenzione. Non parliamo di fuoco né di cotture; attenti a dove mettete l’accento, è tutto lì: l’indizio più importante tra quelli dati in questa serie di articoli è proprio davanti ai vostri occhi.

Dove siate fisicamente non importa a nessuno, ben più rilevante è dove vorreste essere, a chi vorreste mischiarvi fino ad amalgamare i vostri colori con quelli di un mondo lontanissimo, tanto diverso quanto affascinante. E cos’è un crogiòlo se non una fusione di elementi diversi tra loro che però insieme stanno benissimo; che, anzi, solo insieme si compensano?

Cos’è un crogiòlo, nel 2016, nell’accezione che meglio si sposa ai nostri palazzi e al nostro cemento, se non un’espressione semplice, funzionale ad un concetto attualissimo ed inevitabile che è quello del Melting pot?

Il Melting Pot, guardiamoci attorno, non è più solo una roba per gli americani; lo era, forse, ma oggi ci siamo dentro tutti giacché i nostri mari sono affollati di persone che ci cercano; perché le nostre città sono riempite dalle comunità asiatiche e africane che tentano di collocarsi all’interno di un ingranaggio compenetrato e vitale. E la nostra penisola non è che un lembo di terra di una Terra in cui la realtà si frammenta in tratti somatici, in abitudini, rituali, abbigliamenti.

Questo è l’obiettivo di Drusilla: trovare un codice per tradurre questa espressione.

La nuova collezione di Drusilla è Melting Pot e così si chiama, di questo si alimenta.

Come? Giungerei al secondo punto: le stoffe. E qui mi fermerei. Sia pure un abito giapponese con una stoffa africana, pare essere un gran bel punto di partenza. Il resto è ancora meglio.

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